Tra i primi nati del 2022, il 1°gennaio per la precisione, troviamo anche l’Agenzia per la difesa Psicologica svedese: la prima autorità governativa al mondo creata per proteggere la Svezia dalla disinformazione.
Diretta da un ex ambasciatore, Henrik Landerholm, l’agenzia di intelligence statale con sede a Karlstad ha l’obiettivo di salvaguardare la società aperta e democratica, la libera formazione dell’opinione pubblica, la libertà e l’indipendenza della Svezia.
Come funziona l’Agenzia per la difesa Psicologica svedese ?
L’Agenzia identifica, analizza e previene la disinformazione che influenza in modo indebito le percezioni, i comportamenti e il processo decisionale dei cittadini.
La Swedish Psychological Defence Agency ha il compito di provare a definire in cosa consiste la difesa psicologica e perché è cruciale per la vita di una democrazia.
È una forma di resistenza collettiva alla disinformazione e serve a prevenire ogni tentativo di interferenza terza con la corretta gestione della cosa pubblica.
La disinformazione è infatti sempre frutto di campagne di manipolazione organizzate da strutture specializzate, che usano le fake news per propagarsi, generando odio e paura.
In questo modo la società è più vulnerabile, e secondo l’Agenzia è necessario un vero e proprio lavoro di prevenzione psicologica che miri a proteggere la salute della popolazione, il funzionamento sociale e i valori nazionali come la democrazia, le leggi, la libertà e i diritti umani.
Fake News e elezioni politiche
Non è un caso però che l’Agenzia faccia la sua comparsa in questo momento, la Svezia terrà infatti le sue elezioni a settembre, ed è preoccupata per l’effetto che fake news e narrazioni complottiste potrebbero avere sul processo democratico.
L’obiettivo dell’Agenzia per la difesa Psicologica svedese è un progetto ambizioso
Molte persone non sanno riconoscere le notizie vere da quelle false; gli individui preferiscono credere a bufale quando queste confermano i propri pregiudizi e in questo modo la disinformazione ha modelli di crescita esponenziali.
Chi ne è colpito diventa portatore di fake news e disinformazione, sentendosi in questo modo riconosciuto dal proprio gruppo di appartenenza.
La disinformazione è diventata un problema cibernetico, i suoi attori usano strumenti digitali per colpire le certezze degli utenti online, servendosi di troll, bot, meme, clickbait e notizie creati ad arte da gruppi di guerriglia digitale, che usano tecniche di software hacking per manipolare l’informazione e i suoi protagonisti.
Le campagne di manipolazione usano notizie false che vengono diffuse sui social network principali, seminando dubbio e scontento nella popolazione. Più è il tempo si passa online, maggiore è la probabilità di essere esposti a informazioni distorte.
Una task force contro le fake news
Il focus principale dell’agenzia sarà scovare in anticipo queste campagne di disinformazione e individuare gli attori che, dentro e fuori la Svezia, mirano a colpire la fiducia pubblica verso il Paese e la sua società aperta e democratica, usando metodi come ansia e paura.
L’agenzia svedese resta un caso di scuola, perché avrà il più ampio compito di impedire un intossicamento dello spazio informativo dentro e fuori il Paese, non solo a ridosso di un’elezione.